Intervista a SIMONETTA CAMINITI

SCRITTURA

1)  Quando hai iniziato a scrivere?

Prima ancora di arrivare alle elementari, in realtà. Scherzi a parte, il mio primo romanzo e una lunga raccolta di poesie li avevo nel cassetto nell’estate dei miei otto anni…

2) Quanto tempo dedichi alla scrittura?

Tutto quello che posso. Alla pura “stesura” di testi creativi, attualmente, circa quattro ore al giorno. Il resto del tempo, comunque, seguita a ruotare intorno a quelle quattro ore: a nutrirle, a smussarle, a creare le basi per il loro ciclo successivo.

3) Preferisci scrivere in prosa, in poesia oppure in entrambi i modi?

Se scrivo in versi significa che un sentimento nuovo mi pervade. Che sono stata scossa, profondamente “scombussolata” da qualcosa. Il frammento e l’intuizione, allora, le “pennellate liriche” strette in una poesia, mi aiuteranno ad esprimere quel “nuovo” che abita il mio cuore (dolore o euforia che sia, la sua radice) più di tanta meditata analisi. La prosa è ormai il mio habitat; però la mia prosa non trascura la musicalità e le piccole licenze che ogni linguaggio ricco di immagini richiede. Quindi, in realtà, dalla poesia non mi allontano mai veramente. Parlo, naturalmente, di intenzioni: non c’è niente di più alto e più serio che scrivere poesie vere.

4) Tra tutti i tuoi scritti quale ha per te un significato speciale e a chi è dedicato?

“Il Bacio” è l’unico romanzo “fatto e finito” della mia vita fino a oggi, ne è anche disceso un graphic novel e lo amo come una madre. C’è però un mio breve racconto cui sono altrettanto legata. Ha titolo “La maschera di Alcyone”. Si fa prima a leggerlo che non a spiegare di cosa parli, tanto è breve; credo fosse, tra i miei scritti, la cosa più gradita anche da mio padre, scrittore e poeta prima e meglio di me…

5) Con quali editori hai pubblicato i tuoi libri?

Non ho ancora mai (e dico mai) interpellato per nessuno dei miei scritti un grande editore. Anni fa, quando venne il momento di tirare fuori dal cassetto il mio primo manoscritto, un carissimo amico mi diede il contatto di un editor che lavorava per una delle più popolari “major” dell’editoria italiana. Questi lesse la mia email, di poche righe: e neppure rispose mai. Intuii che, con la mia proverbiale impazienza, mi sarebbe stato più funzionale, da emergente, rivolgermi alla piccola editoria. Avrei poi pensato io a promuovere il “manufatto” in commercio e a garantirgli la stessa vita che avrebbe avuto con un “brand” più blasonato (anche qui, parliamo di intenzioni e promesse a me stessa: non del tutto di desideri pienamente esauditi). È andata bene, tutto sommato. Con Lettere Animate, Anniversary Books… e PubMe, casa editrice che scelsi in un due giorni e che in pochissimo tempo, senza editing, all’epoca, pubblicò il mio “Specie meno note di sirene”. Scelta in quel caso obbligata perché intendevo “mettere sul mercato” le più disomogenee e disparate prove raccolte negli anni: tutti i miei scritti brevi, inclusi racconti pubblicati dal Corriere della Sera, traduzioni di Emily Dickinson, brani che avevano vinto qualche premio, prose liriche e lettere. Scelsi quasi una via intermedia tra la casa editrice e il self-publishing, pur di fare tutto in autonomia e al più presto, e comprendendo bene che il mercato di un simile volume sarebbe stato di nicchia. Con La Ruota Edizioni ho avuto l’esperienza entusiasmante del mio graphic novel (“Diana, 1999”) e ne sono stata felicissima. Con Words ho pubblicato “Il Bacio”, il romanzo che è la storia in prosa di Diana… ed è bellissimo avere un editore che dedica così tanta orgogliosa cura, energia, così tanto tempo a quello che le ho affidato. Words è, in questo senso, la più compiuta e più autentica delle esperienze editoriali intraprese fino a oggi. La verità è che alla piccola editoria io sono più che affezionata per moltissime ragioni: in futuro, non escluderò comunque il confronto con l’editoria che decisi di accantonare tanto in fretta, anni fa; e ho fondato da poco un marchio tutto mio…



LETTURA

6) Quali sono i tuoi generi letterari preferiti?

Assolutamente la narrativa. I grandi classici. O le “novità” che provengono dalla Francia e dagli Stati Uniti. 


7) Quali scrittori/scrittrici apprezzi di più?

Victor Hugo è l’autore che più amo. Ma stilare una lista richiederebbe un paio di pagine! Facciamo così: nel Novecento italiano, i miei capisaldi sono “Il Gattopardo” di Giuseppe Tomasi di Lampedusa e “L’Isola di Arturo” di Elsa Morante. Tra i nostri strettissimi contemporanei, ho un debole per Grégoire Delacourt.


8) Quale libro tra quelli che hai letto ti è rimasto nel cuore?

Il mio cuore batte forte per “Lucy” di Jamaica Kincaid. Non svelo nulla: né trama né temi. Dico solo che era tra altri sette-otto volumi per l’esame di letteratura nordamericana alla facoltà di Lingue straniere. Ebbene, quando la docente, in sede di esame orale, mi ascoltò parlare di quel romanzo mi disse una cosa che non dimenticherò mai: “Sa, signorina… Ero quasi decisa a eliminare questo testo dal programma delle prossime sessioni. La ringrazio per quello che mi ha detto oggi. Ho capito che è molto importante tenerlo tra le monografie per questo esame”. È in effetti un romanzo stupendo e con tante chiavi di lettura, ma l’aspetto stupefacente è la qualità della scrittura, alta e godibile al tempo stesso. Inchiodante.


9) Tra i tanti film e serie tv tratti dai libri quali sono i tuoi preferiti?

“Il Gattopardo” di Luchino Visconti e “L’amica geniale” diretta da Saverio Costanzo.

10) Se potessi incontrare un personaggio letterario, chi sceglieresti?

Ti dirò. Solo di recente ho scoperto di adorare Elena Ferrante e “L’amica geniale”. Si chiama Lila (nome così curiosamente simile alla “Lilia” del mio “Il bacio” che però non c’entra nulla!) la protagonista vera di questa saga. Gracile e letale, selvatica e tenerissima, intelligente fino a stordire coi suoi artifici chiunque incontri: ma pure così irriflessiva e vulnerabile da perdersi in un bicchiere d’acqua. Lila, le sue idiosincrasie così magnetiche, il suo dolore che la fa più donna e più viva di chiunque altro. La sua capacità di “volere”, volere davvero. Mi ha conquistata per sempre.

04/05/2020
Samuela Casali
   (Cassandra Lloyd)

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